Cittadinanza per il 18enne Amir. Nato in Italia, figlio di immigrati, vive a Troia

E’ un ragazzo figlio di immigrati, e da pochi giorni è un cittadino della Repubblica Italiana. Amir Hlili ha 19 anni ed è nato in Italia nel 2001 e vive a Troia, nella frazione di Giardinetto, con la sua famiglia. La cittadinanza gli è stata riconosciuta dopo aver raggiunto la maggiore età.

Esattamente dopo un anno dal compimento, perché tra lui e l’agognato riconoscimento si è infilata anche la burocrazia che lo ha messo a dura prova nella ricerca di certificati di nascita, di residenza, di frequenza scolastica.

Così, nei giorni scorsi, nella casa comunale di Troia, a Palazzo d’Avalos, il sindaco, Leonardo Cavalieri, con una breve cerimonia, gli ha conferito la cittadinanza italiana. Amir ha giurato fedeltà alla Repubblica, alla Costituzione “Mi sono sempre sentito italiano anche se mai dimenticherò le mie origini. Sempre sarò orgoglioso del mio nome straniero, unico. Ma l’Italia che tanto ha dato alla mia famiglia è il mio Paese”.

Figlio di genitori albanesi, Amir è l’ultimo di tre figli, l’unico ad essere nato in Italia. E’ tra i giovani della nuova generazione fatta di cittadini figli di immigrati, nonostante tutto, per lui è sempre stato necessario richiedere il permesso di soggiorno. “Vorrei che questa mia storia facesse riflettere sui pregiudizi nei confronti degli immigrati. La mia è una famiglia sana, come quella di tanti italiani e di tanti altri immigrati”.

Sono numerosi i cittadini stranieri ed extracomunitari che vivono a Troia. Ben integrati, molti hanno trovato lavoro nella campagna, come la famiglia di Amir. “La cittadinanza ad Amir è il riconoscimento di un diritto” afferma il sindaco, Leonardo Cavalieri.

“Per Troia, terra di pellegrinaggi, di comunità storicamente aperta, assume una doppia valenza: quella della solidarietà, dell’accoglienza e quella dell’integrazione. Amir con la sua famiglia è parte integrante della nostra comunità. Ma non dobbiamo mai dimenticare che la sua è la storia dei migranti di ogni tempo: di gente in fuga da paesi in guerra, in difficoltà economiche, sociali, politiche. E’ la storia che ognuno di noi potrebbe trovarsi un giorno a dover raccontare. E questo, è uno straordinario percorso di integrazione e contaminazione di culture. Una storia bella in un tempo drammatico”.

Quella della famiglia Halili è la storia di un’integrazione riuscita, simile a quella di centinaia di immigrati arrivati in Italia dopo aver sfidato il mare. La madre e Merita, la sorella maggiore, raccontano ad Amir la rocambolesca fuga, di notte, dall’Albania, con l’altro fratello. Il barcone, carico di decine di persone, toccò la costa pugliese alle prime luci del giorno. Momenti difficili che fanno parte del passato della famiglia di Amir che si sente italiano a tutti gli effetti. E da oggi anche per la Repubblica italiana.